Impianto GPL: costo, incentivi e come funziona | Allaguida

2022-09-24 05:44:16 By : Ms. Abby Zhang

L’impianto GPL può essere una valida soluzione per risparmiare, ma non solo. L’auto diventa anche più rispettosa dell’ambiente, mentre il calo delle prestazioni è appena percepibile in ripresa. Con le ultime evoluzioni che hanno visto la doppia alimentazione applicata anche a motorizzazioni turbocompresse, anche questo “difetto” viene ridimensionato notevolmente. Il GPL permette di inquinare meno e le auto che hanno un impianto di questo tipo, proprio perché hanno basse emissioni, possono circolare senza limitazioni in caso di blocco del traffico. Questi sono solo alcuni dei vantaggi che è in grado di offire un impianto GPL. Andiamo a scoprire tutte le informazioni utili in merito all’impianto GPL auto.

Le tecnologie e leggi hanno reso oggi più sofisticati, affidabili e anche costosi gli impianti GPL. Ma quanto costa l’impianto GPL? L’impianto GPL non ha un costo fisso, ma varia a seconda del tipo scelto, ma anche del veicolo sul quale viene applicato. Il prezzo dell’impianto GPL complessivamente varia tra i 1.000 e i 2.000 euro per la realizzazione, a seconda del tipo di macchina e impianto che viene scelto. Vi sono anche delle ditte specializzate che rendono disponibili dalla fabbrica l’impianto GPL: l’impianto GPL BRC o l’impianto GPL Landi Renzo sono tra i più diffusi in questo settore.

Con un impianto a GPL si abbattono i costi di carburante, con un risparmio che può arrivare anche al 50-60% con gli stessi chilometri percorsi. Inoltre l’impianto a GPL non è soggetto a usura, quindi l’unica spesa è quella dell’installazione iniziale, oltre alla sostituzione del serbatoio dopo 10 anni dal collaudo. Al prezzo speso per l’acquisto e l’installazione dell’impianto vanno detratti, se presenti, gli ecoincentivi per la trasformazione a GPL delle autovetture o per l’acquisto di vetture nuove di serie a GPL. Con l’impianto GPL la manutenzione del motore è inferiore rispetto al motore a benzina, perché il GPL brucia senza lasciare i depositi carboniosi nel motore. Questa, che viene definita combustione pulita, allunga la durata delle candele, delle valvole e dei pistoni. Ogni tanto potrebbero esserci problemi di usura delle valvole e delle loro sedi per la minor lubrificazione del carburante.

Il GPL, gas di petrolio liquefatto, è una miscela di idrocarburi costituita in gran parte da propano e butano ed è un prodotto della raffinazione del greggio. Il GPL si trova allo stato gassoso ma viene sottoposto a una leggera pressione per farlo diventare liquido. Questa miscela è utilizzata sia per il riscaldamento domestico che per l’alimentazione delle autovetture. La grande diffusione per queste ultime è dovuta al fatto che è in grado di conferire alla vettura prestazioni simili alla benzina con una riduzione delle emissioni inquinanti e anche dei costi. Gli impianti GPL di vecchia generazione facevano registrare una perdita di potenza anche del 10% rispetto alla benzina. I consumi di carburante sono superiori con l’impianto GPL, in quanto il potenziale calorico è inferiore rispetto alla benzina. Questo aumento dei consumi viene però compensato da costi minori del carburante al distributore.

L’impianto di alimentazione a GPL si può installare su tutti i motori a ciclo otto, in particolare su motori a carburatore, ad iniezione meccanica ed elettronica e su motori ad iniezione elettronica catalizzati. Dalla bombola, che deve essere collocata per legge posteriormente o centralmente, il gas viene portato al vaporizzatore allo stato liquido, questo è detto anche polmone e provvede alla vaporizzazione. Si tratta di un dispositivo che sfruttando il liquido refrigerante caldo proveniente dal motore, è preposto alla vaporizzazione del gas e al controllo della quantità di gas vaporizzata. In seguito il GPL vaporizzato viene mandato a degli ugelli posti a monte del collettore di aspirazione del sistema di regolazione dell’acceleratore che provvede alla regolazione della quantità di miscela GPL-aria in entrata. Assicurare una percentuale GPL-aria ottimale è compito del polmone, mentre gli ugelli provvedono alla miscelazione e la valvola a farfalla al dosaggio.

E l’impianto GPL su diesel? Tecnicamente l’installazione impianto GPL su di un motore a gasolio è fattibile, ma il funzionamento è diverso. In questo caso solo il 20/30% del carburante è costituito da GPL, mentre il restante rimane gasolio. Questo permette comunque di ridurre le spese di gestione della vettura, ma è un impianto veramente poco diffuso.

L’inquinamento riguarda tutti e spesso limita i movimenti nelle grandi città. Il GPL ha molti vantaggi avendo basse emissioni inquinanti. Le polveri sottili PM10 e PM2, che spesso sono causa del blocco del traffico, sono pressocchè assenti dopo la combustione del GPL. Inoltre questo non contribuisce allo smog fotochimico, in quanto le molecole del propano, non sono reattive in presenza di luce solare. Il GPL non inquina nemmeno in fase di produzione perché il butano e il propano sono presenti nei giacimenti di petrolio e il GPL non recuperato per l’utilizzo sarebbe bruciato nei pozzi o nelle raffinerie, quindi il suo utilizzo non aggiunge nulla a quello che già si avrebbe in atmosfera. Il GPL è meglio considerato nei piani anti-inquinamento e quindi le auto a gas, che sono più ecologiche, possono circolare nelle città che hanno limitazioni (ad eccezione di quelle omologate Euro 0).

Inoltre, grazie alla nuova legge che regola la sicurezza nei parcheggi, le auto a gas GPL possono essere parcheggiate anche in garage interrati e nei luoghi dove prima era vietato. La tecnologia raggiunta permette la massima affidabilità e sicurezza degli impianti in qualsiasi condizione d’uso. Anche per questo il GPL è stato scelto in varie città per alimentare i mezzi pubblici. La sensibilizzazione dei Comuni al problema dell’inquinamento urbano ha portato anche dei finanziamenti e per trasformare la propria auto a GPL o acquistarne una nuova.

Tutti i motori a benzina possono essere convertiti all’alimentazione GPL. Un impianto GPL ha prezzi dell’intervento variabili che dipendono da vari fattori, come anche le modifiche da apportare alla vettura variano da modello a modello. Un’attenta valutazione del rapporto costi/benefici è essenziale prima di operare la conversione. Un preventivo impianto GPL è sicuramente la base di partenza delle vostre valutazioni. Ma quanto costa un impianto GPL è solo uno degli aspetti da tenere in conto: dovete pensare anche a quanti km fate e, di conseguenza, dopo quanto tempo pensate di ammortizzare il costo. Le bombole del serbatoio possono essere installate sia nel vano bagagli, con una capacità più alta, sia al posto della ruota di scorta, i c.d. serbatoi toroidali: sono più piccoli ma garantiscono anche un ingombro inferiore. Gli aspetti negativi sono legati all’assenza della ruota di scorta, da sostituire con un kit di riparazione.

Le auto a GPL, per le proprietà intrinseche del gas da petrolio liquefatto, consumano di più rispetto a quelle a benzina. Mediamente il 15-20% in più. Il costo tuttavia inferiore rispetto alla benzina ne compensa gli svantaggi sul piano dei consumi.

Le bombole installate sulle auto a GPL devono sottostare a precise norme, al pari di tutti i componenti aggiuntivi per la conversione dell’auto in modalità doppia alimentazione. La normativa (regolamento ECE/ONU 67/01) impone dei dispositivi che rendano sicure le auto a GPL anche in caso di incidente, incendio, parcheggio in garage interrati. Nello specifico, c’è l’elettrovalvola che si chiude appena il motore si spegne e trattiene il gas dentro al serbatoio. Poi, abbiamo una valvola che blocca l’erogazione durante il rifornimento quando lo stesso raggiunge l”80%. La valvola limitatrice di riempimento è prescritta per evitare un aumento eccessivo della pressione interna al serbatoio. Un’altra valvola, detta di sicurezza, previene l’aumento di pressione quando la temperatura del GPL dentro al serbatoio supera gli 80° C. In queste situazioni c’è uno sfogo controllato di GPL verso l’esterno, tale da riportare sotto controllo le pressioni d’esercizio, eliminando il rischio di esplosione. Le bombole di GPL non vanno revisionate. Si devono sostituire dopo 10 anni di utilizzo dalla data del collaudo in caso di installazione successiva alla prima immatricolazione, mentre dopo 10 anni dalla prima immatricolazione in caso di allestimento originario e previsto sulla carta di omologazione.

Abbiamo già detto della minore resa energetica del GPL rispetto alla benzina. Vediamo adesso qual è l’autonomia di un’auto alimentata a GPL. Il serbatoio, per le ragioni spiegate prima, si riempie di GPL per l’80%. Quindi un serbatoio di GPL da 48 litri verrà riempito con 38 litri di gas. La resa inferiore si valuta in circa l’85% rispetto alla benzina, quindi se la vostra auto fa 10 km/l a benzina, farà 8.5 km/l con il GPL. Moltiplicando i due valori si ottiene una stima dell’autonomia, che in questo caso restituisce poco più di 320 km. Ricordate che all’autonomia a GPL va aggiunta quella del serbatoio di benzina. Coprire 320 km a GPL, con il prezzo attuale poco sotto l’euro al litro, costerà circa 35 euro mentre a benzina servirebbero oltre 55 euro.

Al momento non sono previsti incentivi statali per l’acquisto o la trasformazione di auto a benzina anche se circolano ciclicamente voci in tal senso. Diversa la situazione per determinati Comuni che offrono un contributo per la conversione dell’auto alla doppia alimentazione.

Per quanto possiate andare alla ricerca del miglior prezzo sul web, le cifre per convertire la propria auto alimentata a benzina in una bi-fuel benzina-GPL rischiano di essere importanti. Molto dipende dal modello, dalla presenza o meno del catalizzatore, dall’alimentazione a carburatore o iniezione, insomma, una miriade di variabili. Per avere un’idea della spesa da affrontare, l’azienda leader del settore, Landi Renzo, anticipa i costi standard per un motore aspirato 4 cilindri. Tra le spese fisse c’è il collaudo (80 euro circa), poi una serie di variabili come l’indicatore del livello di GPL residuo (optional da 50 euro), la bombola toroidale da posizionare nel vano ruota di scorta, per non rubare spazio al bagagliaio (+100 euro, stessa cifra per un serbatoio dalla capacità sovradimensionata). Vanno aggiunti poi i costi veri e propri dell’impianto:

– sistema a miscelatore per auto a carburatore: tra 550 e 700 euro – sistema a miscelatore per auto a iniezione non catalizzate: tra 650 e 800 euro – sistema a miscelatore per auto a iniezione catalizzate: tra 800 e 1200 euro.

Altro preventivo, invece, per un impianto con sistema sequenziale Multipoint, per il quale occorrono tra i 1400 e 1800 euro. Alla fin della fiera, la conversione spazia tra un minimo di 550 euro e un massimo di 2000 euro.

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